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La potatura rispettosa

potatura corretta

Spesso evitabile, a volte indispensabile

La potatura delle piante è sempre un momento molto delicato che può creare scompensi di tipo biochimico e gravi malattie. Spesso sento che il timore è quello che una pianta grande cada e faccia danni ma se una pianta è gestita e potata in modo corretto, se è sana, non c’è bisogno di temere. Al contrario potarla drasticamente la renderà debole, la svuoterà internamente così da rendere reale il rischio di caduta.

Tempo di potature

Durante l’inverno sia le conifere che le latifoglie sono in stasi, pertanto il numero di agenti che possono causare attacchi o infezioni è decisamente basso. È sconsigliabile potare nei mesi di gelo, mentre è preferibile farlo ad ottobre/novembre. ‘Perché?’, vi chiederete.

Durante la stagione più calda, dopo il taglio le ferite emettono una moltitudine di essenze volatili che attirano insetti xilofagi e fillofagi – in estate numerosissimi – provocandone gli attacchi. In primavera avviene la traslocazione delle riserve accumulate nella stagione precedente, di preciso nel fusto a livello delle gemme: tagliando i rami appena formati, quindi, priveremmo la pianta della sua parte a maggior contenuto energetico, esponendola a deperimento o attacchi di vario genere.

Dopo la potatura la pianta avrà bisogno di energia per arginare le ferite, quindi è fondamentale scegliere un periodo idoneo: quando la pianta stessa non è impegnata nella formazione o nella caduta delle foglie. Un altro periodo in cui non effettuare un intervento di potatura invasivo è la stagione autunnale, durante cui proliferano funghi e batteri che potrebbero aggredire il tronco degli alberi negli esatti punti in cui compaiono le ferite da cicatrizzare.

Gli ‘alberi’ a cui riferisco sono quelli ad alto fusto, mentre arbusti e sempreverdi (esclusi quelli che fioriranno in primavera) possono essere potati anche a febbraio; per le piante da frutto, invece, occorrerà una digressione a parte data la complessità dell’argomento. Per ora appuntatevi un set d’indicazioni sulla potatura intelligente.

  • Non capitozzare la pianta. Fin troppo spesso ci si illude di risparmiare uno o più anni di potatura asportando del tutto la chioma dell’albero e tagliando le branche primarie. Come reagisce la pianta? Cercando di ripristinare la parte persa con un dispendio di energia elevatissimo. Quindi banditi i capitozzi per due principali ragioni: la prima, la pianta vegeterà molto di più; la seconda, dopo pochi anni vi ritroverete una pianta cariata internamente con alto rischio di caduta.
Potatura atroce in provincia di Piacenza
  • Non mantenere i soli monconi privi di apparato vegetativo, causando irreversibili danni alla pianta.
Non mantenere i soli monconi privi di apparato vegetativo
  • Scegliere gli attrezzi da lavoro idonei. Se arrugginiti, possono causare slabbrature e generare ferite, a loro volta lasciapassare per batteri e funghi. Quindi utilizzare attrezzatura adatta e premurarsi di pulirla ogniqualvolta si pota un albero, onde evitare la trasmissione di eventuali agenti patogeni.
  • Mantenere la ramificazione con apparato fotosintetizzante.
Capitozzatura e potatura corrette

Un’ultima dritta…

La potatura è solo una delle tante pratiche mediante cui prendersi cura di una pianta, ‘rispettarla’.

Ricordate che la vegetazione migliora non solo il paesaggio a beneficio della vita sociale, ma anche il microclima (risparmiando energia) e la qualità dell’aria (specie in ambiente urbano); controlla lo scorrimento delle acque (aspetto cruciale date le temperature tropicali a cui siamo ahimè abituati); ha un effetto fonoassorbente limitando l’inquinamento acustico; e rimuove le particelle inquinanti.

In sintesi le piante ci permettono di vivere, non pensate meritino almeno il nostro rispetto?

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